domenica 30 maggio 2010

Un mondo nelle tasche

Ho un mondo nelle tasche e mi piscio addosso come un bambino.
Il vostro Dio mi annusa per rubare il mio profumo e farlo suo eternamente.

Sono nato, sono figlio, sono maschio.
Questo è rosso, quello blu.
Questo è il sole, poi verrà la luna.
Uno è sempre uno, non è inizio e non è fine.
Questo brucia, quello uccide.
Il bello piace, il brutto dispiace.
Le cose fatte al meglio, le cose fatte bene,
quelle da non fare e quelle incompiute.
I successi inanellati che diminuiscono la pietà che si ha di sé.
Gli inutili trambusti, su e giù per spiagge lunghe e strette.
Le agitazioni cronometrate e il perpetuo assopimento delle voglie.

Sorrido e sono finto, sorrido e sono vero.
Quasi mai piango e quel poco che lo faccio è come morire sperando di rinascere.

1 commento:

  1. Un muro dentro eretto dagli dei
    barbaro
    barbaro
    come gli avi miei.
    glf

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