domenica 28 febbraio 2010

Didascalie nel paese dei porci in festa

Hai il culto delle tue movenze,
fai di tutto per celare la tua mediocrità.
Dipendi sempre da impreviste ingerenze
che distorcono il concetto di puntualità.

Quanti scalini ha il pulpito da cui predichi?
Sembrano infinite queste vie della persuasione.
La cattiveria è un'infame arma in più di chi
di processarti si è creato l'illusione.

Un sorriso al bancomat diseredato
"Ci sarebbe un solo uomo da sposare!"
Senza un progetto io ti ho ammazzato,
poi da solo ho capito di sognare.

C'è una guerra di uccelli impauriti:
riempiono la strada di vestiti usati.
Suonano da sempre gli stessi malinconici spartiti
ma da nessuno si sono mai sentiti amati.

Fare figli è la più antica punizione
per chi dall'uno al dieci si perde nel contare,
chi si inganna col seducente potere della creazione
giura troppe volte e nella salvezza non può più sperare.

Decennio imprigionato in amara venatura
la mia adolescenza l'ho passata ad ingrassare,
cercando nel vento che screpola la pianura
un alloggio in cui si pecca a dimenticare.