E' venuto così un ricordo di te, portatore di qualcosa che non si sa.
Cuce nella mia testa tentazioni apologetiche, respinge le giustificazioni che genero in tensione.
Sicuro che si può ridere della vita, di quasi tutto ciò che essa propina senza chiedere se sia permesso farlo; ma troviamo insieme un posto alla tremenda noia da condividere felicemente.
Viene il ricordo di te e mi trascina ancora oggi nella bufera cardiaca.
Subisco nuovamente questo scacco prima della partenza.
Resto solo ad annaffiare le tue duecentottantasei piante, leggo Andrea Pazienza prima di dormire nella speranza di sognare. Continua a consolarmi la scomposizione ragionata dei miei modi d'essere, il cui denominatore comune è l'arte mimetica: sto solo inventando, creo ciò che non ha nessun presupposto per attuarsi senza mediazioni e mi riesce bene perchè il mio modello è ciò che è possibile.
Dicono i nonni che ai tempi del digiuno dire no è pace, dire sì è guerra: adesso il mio stomaco pieno mi suggerisce che dal saper dire si o no dipendono la gioia e la discordia.
E se tutta l'intimità che ho tradito con queste parole non bastasse a farvi capire come sono fatto, aggiungo un ultimo dettaglio: ogni rinuncia riduce la rosa delle possibili scelte: io vivo di buoni propositi, sorvolo sull'impegno sociale, mi arrangio con quel che mi basta e mi basta non essere cadavere.
veramente bello!!!mi sento un po padre....sai a cosa mi riferisco!fabio
RispondiEliminasi papà...anche se non forse è tutto più intimo di quel che inizialmente volevo, ci siete molto più di quanto possa sembrare. ENERGIA, ENERGIA, ENERGIA. Che poi si campa anche meglio...
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