La mia verità sta nel fatto che mi dissolverò cosi come si dissolvono tutti gli esseri della mia stessa specie. Ma non siamo i soli, persino le meduse e i coleotteri si perderanno per sempre. Tutto ciò sembrerebbe ininfluente al cospetto della sorprendente classifica pubblicata su un quotidiano che ho al momento tra le mani: vi sono elencati i paesi di tutto il mondo e l'ordine che seguono è quello della loro presunta allegria. 187 paesi, 187 differenti gradi di allegria. La cosa davvero sorpendente è che l'Italia è al primo posto...mi aspettavo il Brasile o comunque un paese sudamericano; la loro allegria è proverbiale. E invece no: siamo noi i più allegri. Purtroppo non sono specificati i parametri che ci permettono di gioire di questo successo, ma da una classifica che miri ad indicare il paese più allegro del mondo mi aspetterei parametri come: 1)capacità dei cittadini del paese in questione di essere autoironici, di saper vedere il lato buono delle cose; 2)altruismo e apertura verso il prossimo...insomma criteri che sottolineino la sanità, la bontà e la leggerezza di un popolo.
Pensandoci bene credo che "allegria" sia usato nella sua accezione più sprezzante, altrimenti non staremmo in cima a questa classifica. "Allegria" sta in questa circostanza per "atteggiamento irresponsabile, faciloneria". Ecco adesso torna tutto: siamo i più irresponsabili e faciloni di tutto il mondo.
Provo vergogna per questo; meno male che mi dissolverò e auguro alle meduse che sguazzano nei nostri mari e ai coleotteri che volteggiano nei nostri cieli di perdersi nell'eterno il prima possibile.
P.S. "Niente è la morte in confronto alla vergogna" (Leonardo Sciascia)
giovedì 18 giugno 2009
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Quando Sciascia dice quella frase la mette addosso, come dei vestiti, ai siciliani. Per loro infatti il giudizio altrui, espresso anche dagli occhi con una semplice somrfia, significa tutto. E' più grave in questo senso sapere di un adulterio che la morte stessa. Pensano che sia più penoso avere il peso delle corna pittosto che l'assassinio mafioso.
RispondiEliminaAl giorno d'oggi rimane ancora un atteggiamento tipico degli isolani, ma rimane confinato nel perimetro dell'isola. Quando girano il paese o il mondo i siciliani danno prova che hanno superato quel modo di fare, lasciandosi andare ad atteggiamenti che, sono sicuro, in paese non farebbero. Sono inebriati dalla semplice constatazione che non sono nel loro quartiere, città o paesino, e che è concesso loro tutto, possono fare finalmente quello che più gli aggrada. Tutto questo non può far altro che portare alle estreme conseguenze ogni loro gesto, ogni loro pensiero, ogni loro modo di fare. I siciliani fuori dalla Sicilia diventano estremisti.
Si caro anonimo (a proposito, perchè non firmate i vostri commenti?),siamo degli estremisti fuori dai nostri confini acquosi.Ma ho avuto un sussulto nel rileggere Sciascia proprio dopo aver visto la classifica dell'allegria: è stato come se l'intero nostro paese fosse una grande Sicilia e quelle parole, evase dal loro contesto, hanno vestito i miei pensieri sull'Italia. Ottima vestibilità, qualità lessicale eccellente; ho provato vergogna credendo che la morte, secondo natura, mi avrebbe provocato minor fastidio.
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