Il mio paese non accetta chi chiede una nuova terra ferma, una nuvola d'ombra sopra un'esistenza arida. Nel mio paese ci sono tanti cittadini al di sopra di ogni sospetto che organizzano una nuova scampagnata elettorale: una domenica festosa, una domenica che "mangiamo dalla nonna?". La nonna nobilita il suo e mio paese con le panelle e i carciofi alla pastella ma, ahimè, saremo ancora sconfitti al lunedì. Saremo al lavoro e inizieremo a mettere le maniche corte perchè in Sicilia il caldo viene prima e va via dopo e la vendemmia la si fa sempre sotto un sole che brucia. Il mio paese non accetta il fatto che la felicità è densamente spopolata, cosi cerca di dimenticarsi tutto staccando il cervello per un'oretta dopo pranzo: prima la soap ambientata nel magnifico ed elegante centro commerciale dove di tutti si sa tutto, poi un tronista fa la scelta di quella che potrebbe essere (ma non sarà) la donna della sua vita. Contemporaneamente il Ministro degli Interni del mio paese (che poi poteva fare il ministro al suo paese ed evitarmi la disgustosa visione dei suoi brutti fazzoletti da taschino) parla in aula e chiede che ci si fidi un pò di lui: non temete, abbiamo in pugno la situazione, come sempre e per sempre. Il tronista sceglie e l'aula lo applaude, qualcuno si alza in piedi ed urla: facci sognare; più fazzoletti per tutti, per ogni scompartimento un fazzoletto di colore diverso.
Nel mio paese il mare ha il colore delle cose ignote, un blu che non riesci quasi mai a trovare quando lo cerchi. A volte le onde respingono le grida ed è impossibile arrivare alla meta. Oggi in Italia va così.
giovedì 14 maggio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Oggi il mio paese resta incagliato nella rete che ha pazientemente tessuto per anni. Il mio paese oggi (oggi) si merita i governatori che ha e i governati che vuole, meglio che vogliono, ciechi sordi e sottomessi. E se sei sottomesso difficilmente fai valere i tuoi diritti. Il mio paese oggi (oggi-oggi) richiede enormi sforzi ai suoi abitanti, sfiancati dalla tristezza che ricopre questa terra diventata arida senza una nuvola carica di pioggia. Il mio paese oggi (oggi?-oggi!) ha distrutto le speranze, ha bruciato le parole, ha ucciso la gente. Oggi ho letto, non nei giornali nazionali, che le piccole imprese crollano una dopo l'altra come nel domino, che in GUERRA hanno ucciso un parà, che le banche sono senza controllo statale e trattano coi piedi in faccia i loro clienti che sono i cittadini, che quest'ultimi hanno preso l'abitudine di fare spesa nei discount, che la lotta all'evasione ha subito una battuta d'arresto e quindi si prevedono dei rincari su gas, riscaldamento e luce. In fondo anche il presidente del consiglio lo disse: ma sì evadere un poco le tasse non fa male a nessuno. No infatti a Nessuno. E il Ciclope?
RispondiEliminaDalle ceneri di quest'Italia forse un giorno qualcuno sorriderà di nuovo.
"Annus horribilis in decade malefica in stolto secolo. Osceno e pavido, grondante sangue e vacuo di promesse. S'attardano ombre, le parole confondono si separano sponde. Coltivano incendi. Cure imposte e subite da sembianze smarrite, sotto sguardi accecati tra pochezze infinite...ecco le novità. Maledirai la Fininvest, forma di stato aziendale politica virtuale.". (bel blog)
RispondiEliminaE' un'anno orribile, passerà. Eppure lascerà qualcosa...ma cosa cazzo lascerà lo sapremo solo quando finirà.
RispondiEliminaoppure abbiamo già un prospetto?
RispondiElimina